Desideri

Ogni tanto serve fare vuoto dentro di sé per capire fino in fondo quello che si vuole.

Una delle domande più difficili che mi siano state fatte di recente:”Sì, ma tu cosa desideri?” Sembrerà banale, sembrerà che mio mi sti accontentando. Non è così. Quello che desidero dalla mia vita non è molto. Credo che sarei felice di quello che ho con un po’ di tranquillità a contorno. Credo che stia arrivando. Tutto il resto per me è futile.

A onor del vero non saprei dare una risposta precisa alla domanda di prima ma non credo alla razionalità dei desideri. Per quello che mi riguarda, appartenendo i desideri alla sfera puramente irrazionale e legata al sentimento, credo che siano da valutare con le sensazioni. Se ci si sente appagati, il desiderio è soddisfatto. Se ci si sente in ansia, in angoscia o tristi, vuol dire che un desideri non è stato portato a soddisfazione. Capire poi quali siano questi desideri a volte è difficile, a volte non sono situazioni o cose precise.

E voi lo sapete cosa desiderate?

Ignoto

Santa Maria de l'Assunciòn Castro-Urdiales
Santa Maria de l’Assunciòn Castro-Urdiales

Una porta, lavorata quanto basta, tutto sommato sobria, a custodia di? Finché non la apri non lo saprai mai. E quindi cosa bisogna fare? Aprirla ed entrare, o almeno per guardare.

In questo caso mi sono trovato di fronte una cosa del tutto inaspettata, questa chiesa grande, con parti di tetto e di pareti mancanti (probabilmente crollate un tempo) ma tutt’ora in uso, con le rondini che entravano ed uscivano e riempivano le navate con il caratteristico eco di qualsivoglia chiesa. Semplicemente incredibile prima che avessi varcato la soglia.

Lo scrisse anche Leopardi ne “L’infinito”

…e mi sovvien l’eterno…

Dove lo sguardo non arriva parte la fantasia, o come mi disse una persona lasciandomi di sasso con una affermazione che sfiora l’ovvio ma andava espressa.

di solito le cose che non si conoscono suscitano curiosità

Già ed è per questo che questa foto mi piace particolarmente perché dietro quella porta può celarsi qualsiasi cosa, e ovviamente la curiosità galoppa.

Mi domando come sarebbe il mondo senza curiosità… Probabilmente sarebbe molto noioso.

Scrivere

Scrivere per me è stato importante a tratti, sempre, sempre, sempre nei momenti di cambiamento, sempre quando sento che la mia vita è a una svolta, sempre, a volte in maniera inconscia, quando ho bisogno di far sedimentare i miei sentimenti.

A volte, come in questo caso, non scrivo di ciò che mi spinge a scrivere, troppo personale, non voglio lagnarmi, credo di sapere bene dove sia il problema e lo risolverò, ma mi aiuta a elevarmi sopra il flusso dei miei pensieri per “osservarli” in maniera più ordinata.

Ieri riflettevo non senza un po’ di disappunto, su come si è spostato il modo di comunicare, si va verso la foto (mezzo che amo) e il video, molto più immediato, verso i messaggi vocali, chi deve comunicare non deve digitare, il poveretto che riceve deve essere in condizione di poter ascoltare con la dovuta riservatezza. Perché questo? Perché in fondo siamo pigri, abbiamo sempre meno voglia di impegnarci a fare qualsiasi cosa. Gli ausili alla sicurezza dei veicoli sono diventati “guida autonoma” così me ne sbatto di quello che mi circonda e faccio fare tutto alla macchina.

Purtroppo però non ho una capacità di scrittura tale per cui posso essere interrotto e riprendere quando mi pare. Quando iniziano a uscire le emozioni, i sentimenti, devo scrivere tutto di getto, dall’inizio alla fine, altrimenti si perde la magia e non la ritrovo più, quindi questo post purtroppo rimarrà in sospeso fino a che il sacro furore di una situazione analoga non mi coglierà in un momento in cui ho il tempo di scrivere tutto. 🙂

Estero

Ogni volta che mi capita viaggiare, quando torno a casa, se sono stato all’estero, mi viene da piangere.

Perché? E’ molto semplice, purtroppo negli ultimi 10 anni vedo all’estero come mi ricordo il mio paese prima che il lento declino di costumi e di pensiero dell’italica gente ci portasse a un periodo in cui, tanto più siamo stipati in zone densamente popolate, tanto più ci viene da comportarci (sì perché nessuno è esente, siamo portati a  fare lo stesso per sopravvivenza) come se fossimo in guerra costante l’uno contro l’altro.

Onestamente non riesco a capire da dove sia partito questo tipo di comportamento e come si possa riuscire ad arginarlo in quanto provare a comportarsi come si dovrebbe ha l’unico effetto di patire di più perché viene percepito come un segnale di debolezza.

Non voglio fare un discorso alla “Checco Zalone” quando in uno dei suoi film scimmiotta l’italiano medio all’estero passando il suo tempo a dire:”Quanta civiltà, che bello!” ma purtroppo posso anche capire chi fa di questi discorsi.

Dopo 5 giorni a Madrid di sorrisi e gente tranquilla in situazioni in cui avrei visto nervosismo e gente che perde il controllo, mi è stato particolarmente difficile tornare alla realtà.

Anno nuovo

Si arriva al primo dell’anno e si tirano le somme, questo anno appena passato è stato quanto di più bello, complicato, stancante, entusiasmante e frustrante allo stesso tempo.

Arriva quel momento in cui tutti gli equilibri vengono meno e bisogna trovarne di nuovi.

Nuove decisioni, nuove considerazioni, tutto nuovo. Questo è l’anno senza facebook, l’avevo già scritto ma sono riuscito solo durante le ferie a recuperare tutte le informazioni che necessitavo e a fare la richiesta di eliminazione dell’account. Il 9 gennaio verrà cancellato. Alla fine è stata una scelta difficile, molto sentita e facilitata da un mio maggior coinvolgimento personale con amici e la constatazione che alla fine avvenimenti annunciati sul social network non erano stati recepiti, quindi, alla fine, non è che sia poi così vero che aiuta a tenere i rapporti con le persone lontane.

Quest’anno sarà ancora più impegnativo ma parte con una consapevolezza che l’anno scorso non avevo, con una programmazione rigorosa, con il mio dovermi adeguare a tenere a mente un calendario più lungo di quello a cui sono abituato ora. Sarà un altro anno di cambiamenti.

Lavorativamente ho chiuso un paio di situazioni che non portavano da nessuna parte, ho iniziato nuovi progetti e sento la necessità di riprendere a studiare per il mio lavoro.

Devo programmare anche il mio tempo libero perché non voglio rischiare di fare solo 4 uscite fotografiche di cui solo 2 con un soggetto ben chiaro in mente. Voglio riprendere in mano la chitarra.

Tutto questo sempre con la speranza che questo 2018 sia clemente con le mie aspettative.

L'alba di un anno nuovo
L’alba di un anno nuovo

Questa foto rappresenta il mio stato d’animo, risale al 6 gennaio 2017. L’alba di un nuovo anno su un monumento pressoché immutabile nella mia città, immutabile ma sempre in divenire, infatti la veneranda fabbrica del duomo non è mai chiusa. Così su di me, che per certi versi mi sento immutabile, questo 2018 getta una nuova luce.