Viva la gente

Viva la gente cantava un noto cantautore italiano, purtroppo è tempo che non la penso più tanto in questo modo. Salvo poi stupirmi molto per determinati avvenimenti che capitano nel modo più inaspettato.

E’ tanto che penso a cosa scrivere, si lega a un fatto successo il 10 dicembre scorso in una località di montagna in uno di quei ristoranti molto alla mano. Pranzo con tutta la famiglia per concludere la vacanzina appena trascorsa tutti insieme. Ristorante affollato con qualche persona locale che ha come abitudine, si vede, il pranzo della domenica. Molte famiglie con la stessa idea e molti bimbi piccoli.

Il mio sguardo si posa su una bimba di circa 1 anno, sorridente, pacifica e agitata come sono i bimbi a quell’età, desiderosa di attenzione, che stranamente guarda a un altro tavolo. A questo tavolo c’è una coppia sulla sessantina, la cui signora fa capire ai genitori della bimba che non parla, non può parlare ed interviene il marito spiegandolo a parole. I genitori capiscono che per questa signora è una cosa bella trovare le attenzioni di una bimba che continua a sorridere a qualsiasi smorfia facesse lei e fanno fare, anche quando si alza per darle una carezza, sotto lo sguardo inorridito di altri al tavolo. Ho sentito talmente tante volte discorsi analoghi che posso immaginarmeli:”Non si toccano i bambini degli altri!” “Non si fanno toccare i bambini!” “Chissà come sono sporche quelle mani, poi il bambino si ammala”

La signora continua a sembrare la persona più felice del mondo. Si muove in modo strano, a volte sembra avere le movenze e le espressioni di Cucciolo nel cartone Disney di Biancaneve e i sette nani. Continua a fare le feste alla bambina che, empatica come lo sono tutti, è felice di questa presenza passeggera. I genitori fanno fare.
La coppia si congeda, salvo poi tornare la signora, dopo qualche minuto con un lecca lecca in mano per la bambina.

Ok, sto sorridendo ancora adesso. Ogni tanto vedo scene che mi fanno tornare un briciolo di fiducia nel genere umano. Poi torno a Milano, riprendo a lavorare e tutto quanto torna come prima. Ma con il sorriso che di tanto in tanto torna quando la memoria riaffiora.

Anno nuovo

Si arriva al primo dell’anno e si tirano le somme, questo anno appena passato è stato quanto di più bello, complicato, stancante, entusiasmante e frustrante allo stesso tempo.

Arriva quel momento in cui tutti gli equilibri vengono meno e bisogna trovarne di nuovi.

Nuove decisioni, nuove considerazioni, tutto nuovo. Questo è l’anno senza facebook, l’avevo già scritto ma sono riuscito solo durante le ferie a recuperare tutte le informazioni che necessitavo e a fare la richiesta di eliminazione dell’account. Il 9 gennaio verrà cancellato. Alla fine è stata una scelta difficile, molto sentita e facilitata da un mio maggior coinvolgimento personale con amici e la constatazione che alla fine avvenimenti annunciati sul social network non erano stati recepiti, quindi, alla fine, non è che sia poi così vero che aiuta a tenere i rapporti con le persone lontane.

Quest’anno sarà ancora più impegnativo ma parte con una consapevolezza che l’anno scorso non avevo, con una programmazione rigorosa, con il mio dovermi adeguare a tenere a mente un calendario più lungo di quello a cui sono abituato ora. Sarà un altro anno di cambiamenti.

Lavorativamente ho chiuso un paio di situazioni che non portavano da nessuna parte, ho iniziato nuovi progetti e sento la necessità di riprendere a studiare per il mio lavoro.

Devo programmare anche il mio tempo libero perché non voglio rischiare di fare solo 4 uscite fotografiche di cui solo 2 con un soggetto ben chiaro in mente. Voglio riprendere in mano la chitarra.

Tutto questo sempre con la speranza che questo 2018 sia clemente con le mie aspettative.

L'alba di un anno nuovo
L’alba di un anno nuovo

Questa foto rappresenta il mio stato d’animo, risale al 6 gennaio 2017. L’alba di un nuovo anno su un monumento pressoché immutabile nella mia città, immutabile ma sempre in divenire, infatti la veneranda fabbrica del duomo non è mai chiusa. Così su di me, che per certi versi mi sento immutabile, questo 2018 getta una nuova luce.