Silenzio

Silenzio, uno stato che spaventa i più. Forse perché non siamo portati a percepirlo fino in fondo. Forse perché sotto una soglia di rumore le nostre orecchie riescono a percepire il fluire del sangue nel nostro corpo. Non c’è scampo.

Il silenzio, in fondo, è fatto di suoni, per lo più piacevoli, coinvolgenti, rilassanti. Con il silenzio è possibile ascoltare noi stessi, che probabilmente è ciò che spaventa i più del silenzio.

Una società come la nostra non rimane mai in silenzio. Notifiche, messaggi vocali, post, video, pubblicità, social, ecc. Rumore, rumore, rumore e ancora rumore. Sembra che l’uomo moderno non sia capace di stare in silenzio.

In silenzio ci accorgiamo che i nostri pensieri sono rumorosi, caotici, a volte più della vita che ci circonda. Ma proprio dai nostri pensieri ci accorgiamo di quanto siano profonde le nostre necessità e quali siano i nostri veri desideri.

Tempo fa solevo fare due cose per ricercare il silenzio.
La prima era quella di guidare fino a un punto di una strada di montagna dove sapevo fosse possibile entrare nel bosco per qualche metro con la macchina, la spegnevo, uscivo dall’abitacolo per andare a sdraiarmi su cofano e parabrezza. Il tepore del motore con il contrasto del fresco del bosco, unito a tutti gli scricchiolii del metallo dell’automobile che iniziava a raffreddarsi e il leggero soffiare della brezza tra i rami degli alberi e qualche civetta che faceva sentire il suo lamento qua e là.
La seconda era di tipo totalmente diverso, una macchina molto vecchia, ancora con le bobine non schermate, accendevo la radio in onde medie, senza nessuna stazione sintonizzata e vagavo ascoltando il suono delle bobine che innescavano nella radio che producevano un rumore bianco a frequenza variabile proporzionale alla frequenza di rotazione del motore.

Nel primo caso lasciavo liberi i pensieri di scorrere e li ascoltavo.

Nel secondo caso riuscivo a svuotare completamente la mente, raggiungendo di fatto un silenzio ancora più profondo che durava pochi istanti dopo la fine del gioco. I pensieri in questo caso tornavano poco alla volta come una dissolvenza cinematografica. A volte mi aiutava ad ascoltare meglio i primi che affioravano.

Il silenzio mi piace, il silenzio è qualcosa di utile per conoscersi meglio e per essere sinceri con se stessi e perché no, per decidere di volere la confusione che ci circonda.