Invecchiare insieme

La sfida più grande in questo mondo moderno è quella di far durare le relazioni, di qualunque tipo esse siano. Amicizie, amori, fidanzamenti o matrimoni.

Viviamo un periodo frenetico fatto ormai da tempo di oggetti che sono diventati usa e getta in tutto e per tutto. Temo che abbiamo iniziato a considerare anche le persone così, siamo sempre più impegnati e vediamo le persone, anche le più vicine come delle “relazioni da tempo libero” ma libero da cosa? Alla fine non lo sappiamo bene nemmeno noi, perché sembra a volte che se non è lavoro, non è importante.

E finiamo inevitabilmente a sfogliare facebook o instagram sul divano, magari vicinissimi al proprio/a compagno/a senza proferire parola pensando anche che non abbiamo più argomenti di discussione quando alla fine siamo talmente sopraffatti da questo meccanismo che non proviamo nemmeno a spezzarlo. O a guardare la partita di calcio senza accorgerci che potremmo impiegare in maniera decisamente più interessante il nostro tempo in quel momento.

Alle volte le relazioni sembra si riducano a formare dei “compagni di tempo libero” e non “compagni di vita”.

Perché tutto questo pensiero in questo momento? In piccola parte autobiografico, ma sono riflessioni emerse da malesseri che emergono da situazioni che fanno soffire persone a me vicine, che fanno sì che tutto sia in forse dopo comunque tanti sforzi.

Una coppia anziana che legge e commenta il giornale a un tavolino di un bar.
Il motivo che mi ha spinto a scrivere queste riflessioni

Nella foto che ho pubblicato c’è un’immagine rubata, fatta in modo che non fossero riconoscibili i volti di una coppia anziana che è seduta al tavolino di fronte al mio a un bar di Milano. Non ci vuole molto a capire che ne hanno passate tante, insieme, che sono stanchi ma felici e che la scintilla che li ha portati a condividere la vita è ancora accesa.

Leggono il giornale, ciascuno il suo, poi sicuramente se li scambieranno e si interrompono per informare l’altro di ciò che li colpisce di quello che stanno leggendo. Ecco, magari non con il giornale che è solo un pretesto, io voglio invecchiare così con mia moglie. Arrivare a 70 anni e tirare le file della nostra vita (magari ancora con lunghe prospettive, chi può saperlo) e scoprire che siamo stati compagni di vita, avere un’espressione stanca, serena e ancora complice. Perché nella vita cambieranno tante cose, tante situazioni si sussegueranno, difficoltà, angosce, felicità e momenti belli, ma quello che non deve mai cambiare è il “Noi” scritto non a caso maiuscolo.

Mi porti al Sacro Monte?

Mi porti al Sacro Monte?

Sembra una richiesta così semplice, ma carica di significato nella sua semplicità. Arriva un momento nella vita di un uomo in cui anche le cose più semplici diventano difficili.

Arriva il momento nella vita di un uomo in cui capisce che il momento in cui tutto sembra difficile sta accadendo a una persona a lui cara. E quindi decide di prendersi un giorno di ferie per accompagnare il padre al sacro monte. Questo giorno è stato il 28 giugno 2018.

Perché parlo di questo momento solo ora? Ma molto semplice, ho voluto, a dimostrazione del fatto che ero sicuro che ce l’avremmo fatta, fare una scommessa con mio padre, dicendo che avremmo fatto il viale delle cappelle del Sacro Monte di Varese in meno di un’ora. Nulla di eccezionale, ma le paure di non farcela, di non riuscirci nelle 2 ore pianificate, di non essere in grado, mi hanno fatto mantenere il cronometro del mio orologio, con il tempo finale fino ad oggi. Il problema è che si stanno scaricando le batterie e quindi ho dovuto procedere a documentare quello che è un ricordo di una giornata molto bella in modo che diventi indelebile.


28 giugno 2018, salita al Sacro Monte di Varese

Mi ricorderò sempre di quella giornata bella in un periodo molto difficile sia personalmente che professionalmente.