Fine anno

Il 31 dicembre è una giornata particolare per tanti versi ed evocativa per chiunque, ma da 14 anni a questa parte è una ricorrenza di un’amicizia molto bella, e particolare che è nata online e continua ancora adesso dopo che il mio blog di 14 anni e più fa (non scrivevo con nome e cognome per tanti motivi ma era il web di allora, e un po’ lo rimpiango) è stato chiuso, altri tentativi di rimanere online a dispetto dei social sempre più persuasivi sono andati in fumo, ed ora da 13 anni a questa parte, con questa persona mi scambio doppi auguri, uno per l’anno nuovo che arriva, e uno per la ricorrenza di un’amicizia importante.

Tante sere da studente a chattare, a scambiarci racconti della vita di tutti i giorni, a conoscerci, fino a che ci siamo incontrati. Devo dire che le volte che ci siamo visti di persona sono sempre successe cose belle nell’immediato. Il giorno dopo che l’ho conosciuta ho conosciuto quella che è diventata mia moglie, la volta successiva c’è stato un evento molto importante nella mia vita ed ora… Speriamo, visto che ultimamente le cose belle vanno cercate con il lanternino.

Ora ognuno con la sua vita, con le sue speranza, con le sue delusioni, ognuno nella propria città. Ma un legame c’è sempre, un’amicizia che dura con pochissime possibilità di vederci visti i 300 e più km che ci separano, la mia vita che mi porta a spostarmi quasi sempre nella direzione opposta. Questa amicizia mi fa sempre credere che se l’amicizia è vera, non importa vedersi spesso, non importa sentirsi spesso ma quando si manda un messaggio, quando si prova a telefonare, si trova sempre una persona contenta dall’altra parte.

Tanti auguri. Due volte! A tutti gli altri solo di buon anno.

Desideri

Ogni tanto serve fare vuoto dentro di sé per capire fino in fondo quello che si vuole.

Una delle domande più difficili che mi siano state fatte di recente:”Sì, ma tu cosa desideri?” Sembrerà banale, sembrerà che mio mi sti accontentando. Non è così. Quello che desidero dalla mia vita non è molto. Credo che sarei felice di quello che ho con un po’ di tranquillità a contorno. Credo che stia arrivando. Tutto il resto per me è futile.

A onor del vero non saprei dare una risposta precisa alla domanda di prima ma non credo alla razionalità dei desideri. Per quello che mi riguarda, appartenendo i desideri alla sfera puramente irrazionale e legata al sentimento, credo che siano da valutare con le sensazioni. Se ci si sente appagati, il desiderio è soddisfatto. Se ci si sente in ansia, in angoscia o tristi, vuol dire che un desideri non è stato portato a soddisfazione. Capire poi quali siano questi desideri a volte è difficile, a volte non sono situazioni o cose precise.

E voi lo sapete cosa desiderate?

Homo Homini Lupus

Lo dicevano i latini ma è ancora tremendamente vero. Purtroppo tendiamo a dimenticarci della saggezza antica per sbatterci costantemente contro in epoca moderna.

In questo periodo però tende ad essere una “guerra fra poveri” dove ci troviamo tutti invischiati prima o poi. Tutto questo però è molto triste.

Tuttavia è sempre possibile cercare un motivo per sorridere ed essere gentili tutti i giorni, anche se è difficile, almeno per me lo è tremendamente. Ci riuscirò?

Una bellissima giornata

Oggi è una bellissima giornata!

Detto di mattina presto i più sbufferanno, ma è un atteggiamento positivo che permette di incanalare le energie nella direzione giusta e permette di affrontare i piccoli intoppi che si potranno verificare con una prospettiva più rilassata.

Funziona? Io ci sto provando. Tanto alla fine ogni tanto piove, governo ladro!

Qualcosa di nuovo

Questo è un periodo carico di novità, un periodo nel quale è vietato sbagliare, un periodo per cui debbo rimettermi alla prova.

Sto conoscendo nuove persone, alcune sono sorprendenti, altre le conoscevo ma non così bene, e alcune mi sorprendono anche se ci si conosce da tanto.

Sono sempre in bilico tra l’entusiasmo e la frustrazione, in un moto continuo e senza sosta.

Nuove amicizie, nuove conoscenze professionali, nuova gente che ti da fiducia in un mondo che sembrava completamente stagnante. Le cose si mettono presto bene ma anche presto male.

Sto cercando di essere una persona migliore su tutti i fronti, e a volte sembra più facile laddove mi sembrava di poterci riuscire di meno.

Proposte, opportunità, realtà e dubbi. Spero che questa sia l’ultima volta in cui devo prendere la mia vita e rivoltarla come un calzino. È bello ma stancante.

Trovo fiducia inaspettata in persone inaspettate come trovo insofferenza dove non me l’aspetterei.

Sperando che il nuovo che arriva sia bello come si sta prospettando.

Ciò che non capita in anni, accade in un attimo

Questo soleva dirlo mio nonno. Quanta saggezza.

In questi giorni stanno capitando un mucchio di cose. Tante, belle, brutte, inaspettate, sorprendenti. Complessivamente è un periodo carico di novità e di aspettative.

Oggi è un gran giorno. 10 anni, un nuovo inizio, forse un epilogo o, se va nel migliore dei modi, una rinascita.

Wow, quante opportunità e quante variabili in così poco tempo.

Si riparte

Mai più avrei immaginato di dover ripartire da zero in contemporanea su più fronti della mia vita.

40 giorni, sembra quasi biblico, 40 giorni di riflessione, in cui ho cercato di fare silenzio dentro di me per capire le risposte che sarebbero dovute arrivare da dentro me stesso.

È stata lunga, è stata dura, ma ora che ho mosso il primo passo spero che gli altri vengano automatici. Come quando si impara a camminare, o andare in bicicletta, poi non si dimentica più e si continua sempre.

Non tutto è pubblicabile

Non qualsiasi mio pensiero è pubblicabile, una volta avevo un blog anonimo su cui pubblicavo cose molto personali, ora preferisco avere uno spazio chiaramente riconducibile a me, ma filtrare il grado di condivisione di quello che scrivo.

Ovviamente mi ricordo sempre che questo spazio è per me e non per chi legge e spesso io non rileggo.

Tuttavia ho dovuto mettere in chiaro delle idee e delle situazioni che non sono disposto a condividere se non che con le persone direttamente interessate. Per la prima volta però aver scritto quello che sentivo che doveva uscire, mi ha fatto male. E’ stato un male liberatorio perché piano piano se ne sta andando, ma è stato un peso così grande che non ho potuto sollevare e spostarlo per farlo uscire ma ho dovuto trascinarlo fuori, lasciando una scia di “detriti” e di sofferenza. Mi ha fatto male dentro trascinare fuori il peso al quale, in fin dei conti, avevo anche fatto l’abitudine, non lo sentivo più tutti i giorni… Invece ho dovuto affrontare questa situazione e tirare fuori quello che mi suscita.

E ora sto scrivendo di avere scritto con una ricorsione splendida ed elegante, per scaricare la tensione che ho accumulato al posto di scaricare, scrivendo la prima volta.

Fosse un tema alle superiori il passaggio sopra avrebbe una riga blu a lato con appuntato “pensiero contorto” ma in fondo, questo spazio serve a me.

Posso offrirti un caffé?

Sono situazioni che ti lasciano perplesso, perché si lasciano dietro un senso profondo di incredulità e perplessità che non se ne vanno nemmeno dopo diverso tempo. E si sa che il tempo di solito appiana tutto.

Mattina lavorativa, suona il telefono e mi chiedono istruzioni su dove venire per ritirare un collo voluminoso in ufficio. Il trasportatore è uno dei lavori più faticosi e semplici al tempo stesso ma non è corretto dire che non richieda il giusto livello di attenzione.

Arrivano giustamente in due e noto che sulla documentazione c’è un errore, chiamano la sede centrale e devono attendere una risposta.

“Posso offrirvi un caffé, dell’acqua?” mi viene spontaneo chiedere.

Il “capo” rifiuta, come fanno quelli abituati a mille offerte al giorno, mentre il “ragazzo” (anche se sospetto fosse anagraficamente maggiore del “capo”) mi guarda dritto e mi chiede:”Davvero?” guarda il “capo” e chiede:”Posso?”, confermiamo entrambi e mi fa un sorriso che raramente ho visto:”Nessuno mi aveva mai offerto un caffé prima, grazie!”

Ecco.

Ora mi domanderete come mai sono perplesso. Beh, il “ragazzo” è nero. Ma in che razza di società siamo se nel 2017 un “ragazzo” (sospetto fosse più grande di me anagraficamente) di colore si debba commuovere perché faccio una cosa così semplcie come offrirgli un caffè?

Ignoto

Santa Maria de l'Assunciòn Castro-Urdiales
Santa Maria de l’Assunciòn Castro-Urdiales

Una porta, lavorata quanto basta, tutto sommato sobria, a custodia di? Finché non la apri non lo saprai mai. E quindi cosa bisogna fare? Aprirla ed entrare, o almeno per guardare.

In questo caso mi sono trovato di fronte una cosa del tutto inaspettata, questa chiesa grande, con parti di tetto e di pareti mancanti (probabilmente crollate un tempo) ma tutt’ora in uso, con le rondini che entravano ed uscivano e riempivano le navate con il caratteristico eco di qualsivoglia chiesa. Semplicemente incredibile prima che avessi varcato la soglia.

Lo scrisse anche Leopardi ne “L’infinito”

…e mi sovvien l’eterno…

Dove lo sguardo non arriva parte la fantasia, o come mi disse una persona lasciandomi di sasso con una affermazione che sfiora l’ovvio ma andava espressa.

di solito le cose che non si conoscono suscitano curiosità

Già ed è per questo che questa foto mi piace particolarmente perché dietro quella porta può celarsi qualsiasi cosa, e ovviamente la curiosità galoppa.

Mi domando come sarebbe il mondo senza curiosità… Probabilmente sarebbe molto noioso.