Quanto sto per scrivere risulta un po’ confuso anche a me…
Sono in una fase della mia vita in cui il tempo per fare ciò che mi piace me lo devo ritagliare, sono contento degli avvenimenti che mi hanno portato a questo e so che a breve sarà ancora peggio, ma so anche che migliorerà. Cerco di concentrarmi su un problema alla volta, su quello che i latini chiamavano “Hic et nunc” ma di contro le responsabilità della vita mi impongono di avere sempre un occhio puntato al futuro, non posso occuparmi solo dell’immanente, ma purtroppo devo anche preoccuparmi dell’imminente e pensare anche a che direzione dare al timone che stringo che da la direzione alla mia vita.
Quello che sto per scrivere non ha delle fonti verificabili, e onestamente l’ho letto talmente tanto tempo fa da non ricordare nemmeno quando. Probabilmente era alle medie quando, avendo un cognome prossimo alla fine dell’elenco, la professoressa chiamava in ordine alfabetico per far scegliere dalla “biblioteca” in dotazione ad ogni classe, un volume da leggere nel periodo al fondo del quale tutti i volumi sarebbero stati riposti e si sarebbe scelto nuovamente. Mi capitò un libro sui Nativi Americani (quando ancora non era politicamente scorretto chiamarli genericamente Indiani d’america) che presentava alcune delle vicende note di scontro contro l’uomo bianco, visti dal punto di vista del popolo invaso. In questo libro c’era un inciso in cui si presentava l’uomo che percorre la sua esistenza come un gambero, con il suo futuro alle spalle, per questo il passato ci è chiaro in maniera tanto più netta quanto è recente e il futuro è così difficile da conoscere. Questa analogia in questo periodo mi viene spesso in mente e sorrido.
Il passato è poi così chiaro? Il modo che il nostro cervello ha di immagazzinare i ricordi è particolare e dipende anche dalle emozioni che viviamo nel momento in cui viviamo un particolare evento. Lo sa chiunque sia sposato che lo stesso evento può venire ricordato in modo diverso dai facenti parte la coppia e a nulla valgono le discussioni, uno dei due alla fine capitolerà per quieto vivere.
Il presente in fin dei conti è il passato di domani, tutto ciò che viviamo è condizionato dalle sensazioni e dalle emozioni che ci assalgono nel momento in cui l’immanente accade.
Comunque la giriamo, secondo me, abbiamo sempre un gran casino da gestire e l’unico modo è sforzarsi di essere razionali, cosa molto difficile dal momento che siamo creature che di razionale generalmente hanno veramente poco.