Il dato è quanto di più importante ci sia in questa epoca. Siamo sommersi dai dati, per noi sono tutti importantissimi, eppure non li proteggiamo. Oppure non siamo disposti a usare servizi preconfezionati, che comunque danno un’esclusione di responsabilità su quello che può succedere.
Io faccio parte di chi vuole proteggersi da solo, niente servizi di terzi a meno che non siano il puro storage su cui implemento le mie routine collaudate. Ovviamente se lo storage non è in mano mia, tutto è crittografato a dovere.
Il dato ha una sua peculiarità beffarda: è sia difficile da conservare, se non si deve perderlo, che difficile da distruggere, qualora lo si volesse distruggere.
Bene, in 12 anni di utilizzo dei sistemi ho perso dei dati solo due volte:
- Per colpa di un disco fisso fallato.
- Per colpa probabilmente di un bug su LVM, o meglio sulla versione di proxmox di lvm.
Ovviamente capita quando sei stanco, inizi a dubitare di te stesso, poi ripercorri tutti i tuoi passi e capisci che non hai sbagliato nulla. Certo, c’erano modi e modi di fare quello che stavo facendo e ho scelto il più becero, però quello che è capitato non doveva capitare.
Ovviamente, santo backup, alla fine non ho perso nulla di che, e con un pizzico di fortuna, nonostante il backup fosse di quasi 24 ore prima, nulla di rilevante era stato modificato sul sistema sparito sotto ai miei occhi dopo aver scritto in un altro logical volume.
Quindi mi trovo di sabato sera a lavorare recitando:”Il backup è buono, il backup è bello, il backup ti salva le chiappette!”
E ovviamente la solita riflessione sulla natura beffarda del dato, spiegata mille volte ai clienti che non capiscono il perché i dischi vanno cancellati in un certo modo se si vuole rivendere il materiale informatico, o non capiscono il perché devono spendere per il backup.
Buon fine settimana a tutti.